La donna vive lontano dai riflettori, in una casa semplice vicino a Buenos Aires. Una vita fatta di ricordi, preghiere e telefonate. Mentre il mondo parlava del pontefice dei poveri, lei ricordava il fratello che le teneva la mano nei momenti bui
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Nella periferia quieta di Buenos Aires, tra strade polverose e alberi d’arancio, vive una donna che porta il cognome Bergoglio. Non ha guardie svizzere davanti al portone né codazzi di cardinali a farle visita. Vive in una villetta modesta, accarezzata dal vento argentino, circondata dai ricordi di una vita semplice e fortissima. Si chiama Maria Elena, ed è l’ultima custode di una storia che ha attraversato il mondo: quella di suo fratello, Jorge Mario, che tutti conoscono come Papa Francesco.
Maria Elena Bergoglio nacque il 7 febbraio 1948, la più piccola di cinque figli. Jorge Mario era già un ragazzo quando lei aprì gli occhi sul mondo. Tredici anni di differenza: abbastanza perché lui diventasse per lei qualcosa di più di un fratello. Un rifugio, una guida, un esempio. Quando il loro padre, Mario, morì all’improvviso, toccò proprio a Jorge, ancora giovane, vestire i panni del protettore, dell'uomo di casa.
Di lui Maria Elena racconta senza retorica, con quell’amore concreto che non ha bisogno di essere romanzato: «Giocava a pallone, studiava, andava all’Azione cattolica. Non ricordo di averlo mai visto fare arrabbiare papà o mamma», diceva, con quel sorriso venato di malinconia che solo i veri affetti sanno suscitare.
La vita, come spesso accade, l'ha messa alla prova. Un matrimonio finito, due figli da crescere, poi la malattia: un ictus l'ha costretta a rinunciare a molte cose, persino al viaggio che avrebbe voluto fare a Roma, per vedere da vicino quel fratello diventato Pontefice. Ma né la distanza né la malattia hanno mai scalfito il loro legame. «Anche quando affrontai il divorzio da mio marito, Jorge mi appoggiò e mi aiutò», ha raccontato. E quando la malattia l’ha colpita, Francesco non ha mai smesso di farle sentire la sua presenza: una telefonata al giorno, a volte solo per dirsi poche parole, per respirarsi a distanza.
Mentre il mondo guardava al Papa dei poveri, al riformatore, all'uomo che inchiodava le coscienze sulle frontiere dei migranti e del cambiamento climatico, Maria Elena continuava a vederlo come il fratello che le teneva la mano nei momenti bui. In mezzo a milioni di fedeli che cercavano una parola di conforto, lei sapeva di avere un frammento esclusivo della sua anima: quel Jorge Mario semplice, umile, affettuoso, che nessuna tiara o pastorale aveva mai cambiato.
Oggi Maria Elena è il cuore segreto di Francesco. Custodisce i ricordi come si custodiscono le cose sacre: senza clamore, senza mai mettersi in mostra. Sa che il fratello è stato grande non perché è salito su un trono dorato, ma perché è rimasto, fino all'ultimo, quel ragazzo argentino che amava il Vangelo vissuto più che predicato.
Nei giorni della sua morte, in mezzo al dolore che ha attraversato il mondo, chissà cosa ha pensato Maria Elena. Forse ha rivisto i pomeriggi assolati di Buenos Aires, le partite di calcio, le preghiere dette sottovoce prima di dormire. Forse ha stretto ancora più forte quei ricordi, sapendo che ora Jorge è tornato da dove era venuto: al cuore di Dio, senza clamore, proprio come aveva chiesto di essere sepolto — «nella terra semplice», aveva scritto nel suo testamento —, con l’unica iscrizione: Franciscus.
Non serve altro, in fondo, per raccontare chi è stato davvero Papa Francesco. E chi continua a raccontarlo, con la discrezione di chi ama senza bisogno di platee, è proprio lei: Maria Elena, l’ultima Bergoglio. L’ultima luce accesa nella casa da cui tutto è cominciato.