Sono quattro i medici indagati per omicidio colposo per la morte di Rosario Leonetti, 58 anni, morto nel carcere romano di Rebibbia il 14 ottobre 2023 dopo essere stato tratto in arresto per associazione mafiosa nel corso dell’operazione Ultimo Atto, contro la ‘ndrangheta cirotana. L’uomo era cardiopatico e avrebbe dovuto essere sottoposto a un intervento chirurgico fuori dalle mura di Rebibbia. Tra le altre cose, per non incorrere in apnee notturne, dormiva attaccato a un macchinario fornito dall’amministrazione penitenziaria. A denunciare subito l’accaduto è stata la figlia che si è rivolta all’autorità giudiziaria sottolineando il fatto che «mio padre è stato per ore senza ausilio medico seppur richiesto e, pertanto, quando i sanitari sono finalmente intervenuti, non era rimasto loro altro da fare se non costatarne l’avvenuto decesso».

Ora il Tribunale di Roma ha disposto un’ordinanza di incidente probatorio nei confronti di quattro persone tra cui un dirigente sanitario che avrebbe disposto con oltre un mese di ritardo la visiti cardiologica specialistica nonostante le ripetute richieste formulate da un altro medico; indagato anche lo specialista cardiologo che ha visitato Leonetti il primo settembre 2023 per non aver richiesto tempestivamente il trasferimento del 58enne in una struttura ospedaliera “in via prudenziale”, vista anche l’anamnesi del detenuto: cardiopatia ischemica, obesità e anomalie nel tracciato Ecg fatto il primo e il 12 settembre 2023.
Sempre per aver omesso tempestivamente il trasferimento di Leonetti in una struttura ospedaliera “in via prudenziale” è indagato il medico del reparto in cui era detenuto l’indagato e che lo ha visitato 11, 12 e 13 settembre 2023.
Un altro medico di reparto ha visitato il detenuto il 19, 22 e 29 settembre 2023 ed è accusato di aver formulato tardivamente (il due ottobre) e senza urgenza il trasferimento di Leonetti in ospedale per effettuare esami specialistici e valutare l’impianto di un pacemaker.

Rosario Leonetti è morto il 14 ottobre in carcere. Persone offese in questo procedimento – difese dagli avvocati Antonio Lomonaco e Giuseppe Claudio Costa – sono la moglie, la figlia, il fratello e la madre di Rosario Leonetti.